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La Bcc di Roma pronta ad assorbire le "Teramane"

di Giancarlo Falconi
1 minuto

La situazione di bilancio delle piccole banche di credito cooperativo è al limite dell'attenzione.
Non tutte, ovviamente.
Ma tutte nevigano in un fitto banco di nebbia procedurale.
Tra crediti inesigibili, sofferenze e incagliamenti, la deriva sembra essere arrivare in porto.
L'ancora di salvezza statale ricalca il format francese o tedesco con un'unica grande casa di rappresentanza.
Sarà l'ultimo consiglio dei ministri del 2015 o il primo del 2016 a varare la riforna sugli istituti bancari territoriali.
Il ministro Padoan aveva in tempi sospetti, oramai in netto ritardo,dichiarato " affinchè gli istituti più piccoli possano aggregarsi in una casa comune e facilitare efficienza ed economia di scala".
Ovvero?
Si legge dal sole24ore "La riforma, basata sui principi della autoriforma messi a punto dal sistema delle banche cooperative, prevede la nascita di un gruppo bancario unico, con la forma di Spa, che avrà funzioni di indirizzo e di governo verso le singole banche cooperative che sigleranno contratti di coesione con la capogruppo bancaria mantenendo una sfera di autonomia. Il gruppo unico del credito cooperativo diventerebbe il terzo in Italia per patrimonio, pari a 20 miliardi".

L'Istituto madre dovrebbe essere la BCC di Roma ( fresca della prima acquisizione di Banca Padovana), utile netto 18,3 milioni di euro, attualmente con una forza di 12,3 di attivo patrimoniale,che sarebbe interessata ad assorbire le quattro Banche di Credito cooperativo che operano nel teramano.
La Bcc de L'Aquila è pronta a entrare in gioco.
Tutto questo nei prossimi giorni, forse, ore. 

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Commenti

Le ex Casse Rurali e Artigiane, oggi Banche di Credito Cooperativo, sono spesso esempi di buona gestione bancaria. Ancorate ai territori, con soci tra piccoli risparmiatori, artigiani, liberi professionisti, agricoltori, ecc., hanno un ruolo cooperativo molto importante. Ora si vogliono annullare facendole entrare nel calderone, in modo che siano più controllabili e, magari, facciano la fine di altre banche più blasonate. Il tutto in nome di un efficienza presunta e, probabilmente, finta. Un altro pezzo di autonomia che se ne va...
Mi dispiace molto doverlo rilevare visto la stima che ho verso chi gestisce...ma questo articolo è purtroppo infarcito di profonde inesattezze e commenti conseguentemente fuori luogo...la BCC di Roma non c'entra assolutamente nulla con il progetto di autoriforma se non per il fatto che anc'essa farà' parte del nuovo organismo che dovrà nascere ma non sarà certamente la BCC di Roma la capofila anche perché il suo capitale sociale sarebbe del tutto ridicolo per una simile operazione oltre ad altre strutture necessarie per questo progetto che certo la BCC di Roma non ha e non potrà mai avere...nascerà una nuova holding che sarà di riferimento per tutte le BCC Italiane con un capitale sociale complessivo di oltre 20 miliardi di euro...e non è nemmeno corrispondente al vero che le BCC teramane passeranno sotto il controllo della BCC romana..disponibile a fornire ulteriori dettagliati elementi ma purtroppo questa volta l'articolo è totalmente inesatto...

Caro Giorgio, colgo l'occasione per farti gli auguri e ti rimando ai due articoli posti da il Sole24ore e Milano Finanza, che riportano diversi dubbi sul futuro delle BCC.
Sono felice delle tue certezze.
Sono interessato per aver letto dell'assoluta inesattezza del pezzo di cui rivendico fonti e dichiarazioni di valenti esperti del settore.
Nessun nega la formazione di una futura Holding ( è nella riforma) ma non si possono cancellare le probabilità di fusioni o di corrispondenze. 
Infatti sulla Holding riportiamo " La riforma, basata sui principi della autoriforma messi a punto dal sistema delle banche cooperative, prevede la nascita di un gruppo bancario unico, con la forma di Spa, che avrà funzioni di indirizzo e di governo verso le singole banche cooperative che sigleranno contratti di coesione con la capogruppo bancaria mantenendo una sfera di autonomia. Il gruppo unico del credito cooperativo diventerebbe il terzo in Italia per patrimonio, pari a 20 miliardi"."
Mi piacerebbe ospitare un tuo intervento.
Rimango a disposizione. 





 

"Nelle intenzioni del governo l'autoriforma, come ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in Parlamento, mira a far si che "gli istituti più piccoli possano aggregarsi in una casa comune e facilitare efficienza ed economia di scala". Nel dettaglio prevede la creazione di una holding capogruppo su base nazionale con forma di spa che possa approvvigionarsi di capitale sui mercati internazionali e fungere da banca centrale del sistema controllando e supportando le banche cooperative sottostanti. Per evitare il proliferarsi di gruppi regionali o interregionali la legge vorrebbe fissare la soglia minima per la costituzione del gruppo su di un livello elevato fra gli 800 e 1000 milioni. Verrebbero comunque definite solo le linee generali lasciando i dettagli alla normativa secondaria. In questo modo si lascerebbe autonomia a quella parte del comparto, fra cui la la Bcc di Roma, che ha espresso critiche sul conflitto di interessi di Iccrea, il cui ruolo non è più una precondizione. Sara' salvaguardata la funzione della holding, necessaria per un settore che resta solido ma che la crisi sta colpendo. I punti di forza quali il legame con il territorio, la presenza di amministratori-soci-clienti a volte si tramutano in dissesti dei bilanci e governance inquinata, come ha ammonito la Banca d'Italia. Via Nazionale, impegnata sul fronte della risoluzione delle 4 banche salvate punta così ad avere un sistema coeso e in grado di far fronte con proprie risorse e ricorrendo ai mercati velocemente a situazioni di crisi. Ma la cooperazione, "bianca" e non, profondamente radicata in Italia, e tutto un mondo legato a non profit e alla finanza etica ha vissuto la riforma come un intervento verticistico che rischia di far scomparire una biodiversità bancaria vitale e necessaria per riempire lo spazio lasciato dai grandi gruppi. Il credito cooperativo è vitale e redditizio in molti paesi come la stessa Germania. E non va scordato infine come le Bcc aggregate rappresentino uno dei primi gruppi bancari italiani molto attivo verso famiglie e Pmi, sicuramente il primo per capitale nazionale che, specie di questi tempi, non va disperso o intaccato. " E' già tutto deciso.