La situazione di bilancio delle piccole banche di credito cooperativo è al limite dell'attenzione.
Non tutte, ovviamente.
Ma tutte nevigano in un fitto banco di nebbia procedurale.
Tra crediti inesigibili, sofferenze e incagliamenti, la deriva sembra essere arrivare in porto.
L'ancora di salvezza statale ricalca il format francese o tedesco con un'unica grande casa di rappresentanza.
Sarà l'ultimo consiglio dei ministri del 2015 o il primo del 2016 a varare la riforna sugli istituti bancari territoriali.
Il ministro Padoan aveva in tempi sospetti, oramai in netto ritardo,dichiarato " affinchè gli istituti più piccoli possano aggregarsi in una casa comune e facilitare efficienza ed economia di scala".
Ovvero?
Si legge dal sole24ore "La riforma, basata sui principi della autoriforma messi a punto dal sistema delle banche cooperative, prevede la nascita di un gruppo bancario unico, con la forma di Spa, che avrà funzioni di indirizzo e di governo verso le singole banche cooperative che sigleranno contratti di coesione con la capogruppo bancaria mantenendo una sfera di autonomia. Il gruppo unico del credito cooperativo diventerebbe il terzo in Italia per patrimonio, pari a 20 miliardi".
L'Istituto madre dovrebbe essere la BCC di Roma ( fresca della prima acquisizione di Banca Padovana), utile netto 18,3 milioni di euro, attualmente con una forza di 12,3 di attivo patrimoniale,che sarebbe interessata ad assorbire le quattro Banche di Credito cooperativo che operano nel teramano.
La Bcc de L'Aquila è pronta a entrare in gioco.
Tutto questo nei prossimi giorni, forse, ore.
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Commenti
Caro Giorgio, colgo l'occasione per farti gli auguri e ti rimando ai due articoli posti da il Sole24ore e Milano Finanza, che riportano diversi dubbi sul futuro delle BCC.
Sono felice delle tue certezze.
Sono interessato per aver letto dell'assoluta inesattezza del pezzo di cui rivendico fonti e dichiarazioni di valenti esperti del settore.
Nessun nega la formazione di una futura Holding ( è nella riforma) ma non si possono cancellare le probabilità di fusioni o di corrispondenze.
Infatti sulla Holding riportiamo " La riforma, basata sui principi della autoriforma messi a punto dal sistema delle banche cooperative, prevede la nascita di un gruppo bancario unico, con la forma di Spa, che avrà funzioni di indirizzo e di governo verso le singole banche cooperative che sigleranno contratti di coesione con la capogruppo bancaria mantenendo una sfera di autonomia. Il gruppo unico del credito cooperativo diventerebbe il terzo in Italia per patrimonio, pari a 20 miliardi"."
Mi piacerebbe ospitare un tuo intervento.
Rimango a disposizione.