292 morti.
388 feriti.
288 vite salvate.
2400 sfollati.
Il bilancio non potrà che peggiorare insieme a quella sensazione di non aver fatto nulla, di non aver imparato nulla, di non aver compreso che la prevenzione nasce dalle tragedie, dallo studio delle catastrofi, delle calamità naturali.
I soldi per rendere anti sismici gli edifici.
L'accesso ai fondi reso impossibile dalla burocrazia.
La differenza tra prima e seconda casa.
La scuola di Amatrice è la Casa dello Studente de L'Aquila.
Il 118 de L'Aquila è il 118 di Teramo.
Ospedali non a Norma.
Ospedali che rischiano di piegarsi come fuscelli.
Ospedali che non possono fare gli ospedali.
Un sole che non scalda.
Chi ha vissuto il terremoto a L'Aquila ricorda i danni alla sede operativa del 118.
Ricorda quegli attimi di impossibilità.
I soccoritori che non possono soccorrere.
Il nulla dello stabile come a Teramo.
Oltre mille scosse, l'ultima alle 4 e 50 di 4 gradi ad Ascoli Piceno.
Solo otto chilometri di profondità a 38 chilomertri di distanza.
Bisogna che la Asl di Teramo, il direttore Generale Fagnano, il direttore Amministrativo Di Giosia, la direttrice sanitaria Mattucci, siano i primi a tutelare gli angeli soccoritori del 118 e trasferire immediatamente la loro sede in una struttura anti sismica.
Container provvisori?
La zona dell'eliporto?
Qualunque sia la scelta deve essere immediata.
Teramo ha bisogno di un nuovo ospedale, ma prima, deve proteggere la speranza di essere salvati.
foto: tiscali.
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