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Adeguamento Sismico delle Scuole: Il Comune di Teramo ( e non solo) non ha rispettato la legge

di Giancarlo Falconi
4 minuti

Quanti comuni della Provincia di Teramo non hanno adeguato sismicamente gli edifici scolastici e strategici?
Quanti non hanno rispettato la legge?

Quanti non hanno partecipato ai bandi della Protezione Civile?
Quanti politici hanno amministrato per anni senza occuparsi della valutazione sismica?
Quanti, oggi, si sono dimessi dopo la presa d'atto della propria grave ignoranza amministrativa?
Quanti dirigenti sono stati premiati a fine anno per la loro produttività e non hanno ottemperato a questo importante obbligo della Stato?
Il sindaco Brucchi ( e molti suoi colleghi in Provincia e in tutta la Regione) è consapevole che in un normale Paese democratico, un sindaco di coscienza si sarebbe dimsesso?
Fate una domanda su un qualsiasi motore di ricerca e tra i vari siti dell'Ordine degli Ingegneri e articoli di settore leggerete che...

"Nel mese di marzo 2013 è scaduto, dopo ripetute proroghe, il termine ultimo entro il quale gli edifici e le opere di interesse strategico e/o rilevanti dovevano essere sottoposti a cura dei rispettivi proprietari ad una verifica tecnica per stabilirne il grado di sicurezza nel caso di evento sismico. Chi non avesse ancora provveduto, è tenuto a procedere nel più breve tempo possibile, in considerazione della responsabilità che la legge gli attribuisce per la mancata verifica. In particolare, la verifica può essere svolta da tecnici abilitati e consiste nella modellazione di calcolo attraverso software di ciascun “corpo di fabbrica indipendente” che compone l’opera, accompagnata da indagini conoscitive più o meno approfondite (analisi dei documenti disponibili, caratterizzazione dei materiali, ecc.).

L’obbligo di sottoporre gli edifici alla verifica di sicurezza sismica si riferisce a tutti gli edifici e le opere di interesse strategico e/o rilevanti, in qualsiasi zona sismica si trovino, indipendentemente dal fatto che il proprietario sia pubblico o privato e indipendentemente dai programmi e dai finanziamenti stabiliti a livello nazionale o regionale. In particolare, ai sensi delle norme vigenti, è obbligatoria la verifica mentre non lo è l’intervento: a seconda dell’esito della verifica il proprietario deve programmare eventuali interventi da realizzare entro un determinato periodo di tempo, in funzione appunto dei risultati della verifica stessa. L’art. 2, comma 3, dell’OPCM 3274/2003 stabilisce che “è fatto obbligo di procedere a verifica, da effettuarsi a cura dei rispettivi proprietari, pubblici e privati, sia degli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, sia degli edifici e delle opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso”. Sono escluse da tale obbligo soltanto le opere costruite o adeguate ai sensi delle norme sismiche emanate successivamente al 1984 e a condizione che siano situate in zone per cui la classificazione sismica non risulti più severa rispetto a quando sono state progettate o adeguate.In particolare, il comma 3 dell’art. 2 dell’ordinanza citata prescrive l’obbligo per i singoli proprietari di verifica sismica degli edifici e delle opere stesse; mentre il comma 4 prescrive l’obbligo per lo Stato e le Regioni di procedere alla redazione dei piani temporali delle verifiche, degli elenchi degli edifici e delle opere da verificare, delle indicazioni tecniche da fornire ai proprietari degli edifici e delle opere per uniformare lo svolgimento delle verifiche stesse. Il termine per l'effettuazione delle predette verifiche è stato dapprima posticipato al 31 dicembre 2010 dall'art. 20, comma 5, del decreto-legge 248/2007 (che ha escluso dall'obbligo di verifica gli edifici e le opere progettate in base alle norme sismiche vigenti dal 1984) e poi successivamente prorogato al 31 marzo 2011 dal D.L. 225/2010, al 31 dicembre 2011 dal D.P.C.M. 25 marzo 2011, al 31 dicembre 2012, dall'art. 3 del decreto-legge 216/2011 e, infine, al 31 marzo 2013 dal comma 421 dell'art. 1 della L. 228/2012 (legge di stabilità 2013)".

Una vera e propria vergogna.

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Commenti

Falconi meno male che la minoranza la fai TU.
Dov' era l'assessore che doveva occuparsi di adeguare le scuole?Perchè nessuno a Teramo lo nomina come diretto responsabile di questa vergogna,tu Falconi per primo? C'è addirittura chi lo rimpiange.....
E’ un tradizione consolidata… Grossomodo due settimane fa, con una lettera regolarmente registrata nel protocollo del Comune, ho chiesto di conoscere con urgenza le condizioni di stabilità e sicurezza del vetusto edificio comunale di via D’Annunzio n. 120, sede del Servizio Sociale, ove tanti minori sono costretti a recarsi e a permanere per incontrare i genitori non affidatari. Nell’attesa di una risposta ancorché minima da parte della dirigenza del Servizio Sociale o del Sindaco (destinatario della suddetta lettera “per conoscenza”) a una domanda sorta anzitutto in ragione della pubblicazione sul sito del Comune di dati, pur nella loro sostanziale insignificanza, inerenti soltanto alle condizioni strutturali delle scuole cittadine, durante l'ultimo weekend mi sono doverosamente determinato a rivolgermi in forma scritta anche ad alcuni assistenti sociali impiegati nello stesso Servizio allo scopo di segnalare di nuovo la necessità di garantire l'incolumità pure dei bambini costretti a recarsi e a permanere per ore nell’edificio di via D’Annuzio n. 120 (anch’esso innegabilmente “di interesse strategico e/o rilevante”). … nell’intero Palazzo continua a regnare l’assoluto silenzio, in una parvente decadenza di costumi politici e amministrativi, riguardo a una questione che non può essere ritenuta diversa da quella già sollevata in merito ad istituzioni tipicamente didattiche.
Formalmente, il primo responsabile mi pare che sia il dirigente. L'assessore ai lavori pubblici ha la sua cospicua parte di responsabilità, più o meno come il sindaco che ha il dovere di seguire una problematica così importante. La responsabilità ricade anche sui consiglieri comunali che hanno sostenuto sindaco e giunta, ma nel caso di Teramo non ricordo, purtroppo, che l'opposizione abbia suonato una trombetta o un campanello per rinfrescare la memoria a chi l'aveva persa.