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Confermate per Legge le dimissioni dell'ex Ass. Chiarini

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In data 24 ottobre 2016, l’assessore Marco Chiarini ha rassegnato le proprie dimissioni dall’incarico, con una nota formalmente trasmessa al sindaco e ai suoi colleghi di Giunta, poi evidentemente acquisita al protocollo dell’Ente. Il sindaco, da profondo cultore del diritto amministrativo qual è, ha dichiarato di voler «respingere le sue dimissioni», chiedendogli una «pausa di riflessione di 72 ore». Allo spirare delle quali, lui spera, il dimissionario assessore potrebbe tornare sui suoi passi.

Caso non raro, nel panorama degli enti locali. E probabilmente anche abbastanza semplice da gestire e da affrontare. Se non che, il sindaco è riuscito a complicare oltre misura anche questa elementare fattispecie.  Alla luce del dettato, piuttosto scarno, dell’articolo 27 dello Statuto comunale e degli articoli 46 e 47 del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 (TUEL), viene in soccorso un chiarissimo parere emesso di recente, in risposta ad uno specifico quesito relativo ad analogo caso, dalla vicina Prefettura di Pescara.   Ai sensi del citato parere, «il TUEL nulla dispone» riguardo alla decorrenza delle dimissioni degli assessori e alla possibilità, per costoro, di revocarle. La Prefettura quindi dichiara: «Si ritiene, tuttavia, consolidato nell'ordinamento il principio dell'immediata operatività e irretrattabilità delle dimissioni degli amministratori degli enti locali, a far tempo dall’abrogazione dell'istituto della presa d’atto, operata dalla legge 8 giugno 1990 n. 142 di riforma delle autonomie locali. Tale principio, espressamente sancito nel comma 8 dell’articolo 36 del TUEL, per le dimissioni dei consiglieri, assume carattere generale e non viene messo in discussione dalla speciale disciplina prevista per quelle del sindaco, la cui revocabilità è giustificata dal rilievo della gravità delle conseguenze connesse alla loro presentazione. Pertanto, le dimissioni dell'assessore, nel caso di specie, sono da considerarsi irrevocabili sin dalla data della loro presentazione».   Non occorre aggiungere altro. Se non l’invito a che qualcuno, gentilmente, informi il sindaco che l’istituto della «presa d’atto» delle dimissioni assessorili, con conseguente accettazione o meno, non esiste più dal 1990.  
Fabrizio Primoli 

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Commenti

No..... non mi dire Giancarlo che qualsiasi sceneggiata dell'ex assessore è oramai comunque irrevocabile? Ma lo sanno le parti???? Fabrizio, gli avrai mica scombinato i piani così come previsto da Falconi qualche articolo fa???
Mi ripeto: Chiarini ha uno status professionale e umano molto superiore rispetto all'attuale morale espressa dalla classe politica oggi al potere. Per cui per salvare la "faccia" ha fatto bene a presentare le dimissioni. Mi aspetterei la stessa serierta da altri politici ma soprattutto dalla magistratura ma questa è solo utopia.
Marco Chiarini è rimasto col fiammifero in mano (cit). Ci ha provato, si è reso conto, ha preso atto. Ma almeno c’era un senso. La parola “cultura” un suo rifugio lo trovava. Ma ora?