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Abruzzo: La vera riforma sanitaria è umana...

di Giancarlo Falconi
6 minuti

Presentata dai vertigi regionali la sofferta riforma sanitaria abruzzese 
Numeri su numeri.
Tutti ancora da dimostrare in attesa della pubblicazione degli atti di riferimento.
Si legge "Con l'approvazione del piano di riordino della rete ospedaliera (decreto 79/2016) ci saranno 3.255 posti letti per acuti nel pubblico, 9 in più rispetto alla precedente programmazione. Nel settore privato, invece, il numero dei posti letti rimarranno invariati: 553 per acuti, 47 per la lungodegenza e 389 per la riabilitazione, per un totale di 989. Viene modificata la rete ospedaliera: con la presenza di un presidio di secondo livello (con la connessione funzionale degli ospedali di Chieti e Pescara), di 2 presidi di primo livello ad alta specializzazione (L'Aquila e Teramo, nell'attesa dello studio di fattibilità per l'ospedale di secondo livello), di 3 presidi di primo livello standard (Lanciano, Vasto e Avezzano), di 4 ospedali di base (Giulianova, Sant'Omero, Atri, Sulmona) e di 2 ospedali di area disagiata (Penne e Castel di Sangro). Il presidio di Popoli sarà un centro di riabilitazione regionale e il presidio di Ortona rafforza una vocazione oncologica, sia come oncologia ginecologica, sia come Brest Unit per il trattamento del tumore della mammella e sarà anche punto di riferimento della dermatologia in Abruzzo e della procreazione medicalmente assistita. Il presidio di Atessa, con numeri al di sotto degli standard consentiti, verrà riqualificato in un presidio in grado di dare assistenza ai pazienti anziani e fragili. Per quanto riguarda le strutture di Tagliacozzo, Casoli, Pescina, Gissi e Guardiagrele, la nuova programmazione regionale ha implementato le loro attività, diventando ospedali di Comunità con una assistenza medica e infermieristica, con una rete di emergenza h24 e missioni diverse dalla chirurgia ambulatoriale alla riabilitazione territoriale".

Un comunicato che cerca di sintetizzare il potenziamento della rete di emergenza, la specializzazione degli ospedali, la possibilità in futuro di un altro ospedale di secondo livello.
Sotto la regia di un'asl unica e di un'unica centrale di acquisti.
Tutto riassunto o quasi tutto.
Non esiste riforma sanitaria senza il concetto di umanizzazione sanitaria.
Che cosa intendiamo?

"Per umanizzazione s’intende quel processo in cui si deve porre il malato al centro della cura; questo concetto segna il passaggio da una concezione del malato come mero portatore di una patologia ad una come persona con i suoi sentimenti, le sue conoscenze, le sue credenze rispetto al proprio stato di salute. Si può sottolineare quindi che il processo di umanizzazione consiste sostanzialmente nel ricondurre al centro l'uomo con la sua esperienza di malattia e i suoi vissuti”: così una  definizione di umanizzazione in letteratura medica.Il tema dell’umanizzazione è stato inserito per la prima volta nel Patto per la salute 2014-2016 laddove si afferma che “nel rispetto della centralità della persona nella sua interezza fisica, psicologica e sociale, le Regioni e le Province Autonome si impegnano ad attuare interventi di umanizzazione in ambito sanitario che coinvolgano aspetti strutturali, organizzativi e relazionali dell’assistenza” e si predispone un programma annuale di umanizzazione delle cure che comprenda la definizione di un’attività progettuale in tema di formazione del personale e un’attività progettuale in tema di cambiamento organizzativo indirizzato soprattutto all’Area critica, Pediatria, Comunicazione, Oncologia, Assistenza domiciliare".   Non esiste riforma sanitaria senza porre il paziente al centro della rete di cura.
Esiste un percorso reale ?
Che dati sono stati valutati?
In ITalia?
In Abruzzo?

Secondo l'Agenas...
"Poco o niente è stato fatto per l’eliminazione delle barriere sensoriali. Molto da fare anche sul fronte della semplificazione delle modalità di prenotazione delle prestazioni: scarse infatti le alternative per il pagamento del ticket (farmacie, ricevitorie, casse automatiche presso esercizi commerciali, uffici postali, ecc.). Informatizzazione/avanzamento tecnologico: ancora rari i sistemi di condivisione telematica dei dati clinici tra strutture e  medici di medicina generale e poco diffusa la possibilità di consultare online le cartelle cliniche e i referti di esami diagnostici strumentali.Acquisita ovunque la colazione dopo le 7, mentre permane diffusamente la distribuzione della cena prima delle 19.Le strutture sono carenti in merito all’attivazione di corsi di formazione sulla comunicazione clinica e/o sulla relazione di aiuto per gli infermieri (3,18) e per i medici (2,75). Rare inoltre le iniziative di medicina narrativa (2,20).L’impegno nel promuovere l’umanizzazione delle cure si evidenzia, in particolare, nell’attenzione alla condizione del bambino in ospedale (7,53) e nella lotta alla sofferenza inutile, l’ospedale senza dolore registra infatti un punteggio medio nazionale di 7,85; ostetricia ottiene un 7,71. L’attenzione allepersone di diversa cultura e provenienza rappresenta un’area  sulla quale le strutture dovranno sviluppare azioni di miglioramento: solo il 5,81".
La politica è consapevole che i casi frequenti di malasanità dipendono dalla mancanza di personale sanitario?
La politica è consapevole che ci vogliono più medici e infermieri preparati e ad alto tasso di umanizzazione?
Il personale sanitario è consapevole che il paziente ha più armi e possibilità di denuncia?
Esiste un protocollo ispettivo per i singoli ospedali e per i singoli reparti?
Ecco, una vera  riforma sanitaria, parte dalla consapevolezza politica, sociale e umana del malato. 
Una rivoluzione etica e morale, prima di tutto.          fonte : www.agenas.it/atti-valutazione-qualita-strutture-ospedaliere-prospettiva-cittadino


 

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Hanno disumanizzato la sanità pubblica scegliendo i manager ragionieri, super pagati e premiati per risparmiare sulla salute dei cittadini e pensano di ri-umanizzarla con i comunicati? Cominciassero a rispettare la Costituzione, garantendo le cure gratuite ai tanti che sono costretti a non curarsi perchè i soldi non bastano a pagare l'affitto di casa, le bollette e un tozzo di pane per nutrirsi. Sarà assunto il personale sufficiente e necessario per garantire a tutti l'annunciata umanizzazione sanitaria? A giudicare dai soli 9 posti letto in più al cospetto di esigenze ben più consistenti, non ci scommetterei un centesimo. Intanto....la sanità privata commercia anche con i posti letto, più di un terzo di quelli disponibili negli ospedali. Gli unici a trarre un clamoroso vantaggio dalla mala gestione della sanità pubblica sono i privati interessi, come anche la cattiva politica ben sa.
Anno dato incarichi triennali a chirurghi. In età. Pensionabile che non spenderà un soldo per la sicurezza dei suoi pazienti e infermieri pur di dimostrare il Risparmio e andarsene con il malloppo in pensione d'oro e lasciare tutti nella merda caro Giancarlo.