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La Mafia a Pescara aveva nel mirino il Giudice Di Matteo...

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Li chiamano collaboratori di giustizia.
Sinonimo di pentiti che vengono regolati e tutelati dal servizio centrale di protezione.

  • il pentito ha un tempo massimo di sei mesi di tempo per dire tutto quello che sa, il tempo inizia a decorrere dal momento in cui il pentito dichiara la sua disponibilità a collaborare;
  • il pentito non accede immediatamente ai benefici di legge ma vi accede solo dopo che le dichiarazioni vengano valutate come importanti e inedite;
  • il pentito detenuto dovrà scontare almeno un quarto della pena;
  • la protezione durerà fino al cessato pericolo a prescindere dalla fase in cui si trovi il processo...etc etc etc .

    Poi ci sono i collaboratori in grado di fare il doppio gioco.
    Poi ci sono collaboratori di giustizia che vengono liquidati e che tornano a fare affari con la mafia. 
    Pescara diventa un esempio illuminante.

    Giorgio Altavilla, in arte Salvatore Cucuzza, aveva secondo gli investigatori, (Ros de L'Aquila e Gico della Guardia di Finanza), coordinati dal pm David Mancini,  accumulato un fortuna in beni immobiliari e attività, continuando ad avere rapporti stretti con il clan di Matteo Messina Denaro.
    La Famiglia Graziano sarebbe diventata una sorta di socia in affari.
    Il motivo?
    Secondo un pentito lo scopo era di attirare il giudice, Nino Di Matteo e ucciderlo.
    Un'esca. 
    I Ros hanno continuato la sorveglianza di Cucuzza scoprendo il filo della matassa.
    Nel frattempo mediante il supporto del Gico della Guardia di Finanza sono in programma sequestri immobiliari lungo la costa abruzzese per diversi milioni di euro.
    Senza pentimenti. 

     

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Se la mafia è collisa con la politica, e chi denuncia mafia capitale viene radiato dal partito, le leggi antimafia vengono ancora create e votate dai politici? Poi si chiedono: Perché vince Grillo?