Una delle prime regole che vengono insegnate nelle scuole primarie, quando si parla di numerazione, è quella delle differenti espressioni grafiche che hanno i numeri cardinali e quelli ordinali. Questione logicamente legata alla distinzione fra la numerazione araba e quella romana.
I numeri arabi (1, 2, 3, …) corrispondono agli aggettivi numerali cardinali, che indicano la quantità di un qualcosa.
I numeri romani (I, II, II, …) corrispondono oggi, invece, agli aggettivi numerali ordinali, che rappresentano il posto che un determinato soggetto ha nell’ambito di una scala.
Premesso questo, è naturalmente possibile indicare graficamente un aggettivo ordinale ricorrendo ai numeri arabi, purché venga aggiunto, dopo di questi, il relativo esponente: in questa maniera, il numero arabo (e quindi cardinale) 1 diventerà 1° (e quindi ordinale), pur restando graficamente arabo.
I° grado. E non I grado, come invece sarebbe stato corretto scrivere. Quando si usano i numeri romani non si utilizza mai l’esponente, poiché questi sono già ordinali: si scrive I, II, III per indicare primo, secondo e terzo. Non I°, II°, III°. Stessa regola si applica nelle indicazioni delle strade: si scrive Piazza Vittorio Emanuele II, e non Piazza Vittorio Emanuele II°.
Questioncina piccola, ovvio. Ma non è solo roba di grafica: è ortografia. E magari, trattandosi di una scuola, dove la grammatica e l’ortografia sono di casa, l’esempio dovrebbe essere dato lì. Ma su questo torneremo in un II° tempo. Ops, II. Ho sbagliato. Fabrizio Primoli
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