Un ennesimo disastro annunciato. La torre della quattrocentesca Chiesa di Sant’Agostino in Amatrice, già gravemente danneggiata dal sisma del 24 agosto, è definitivamente crollata al suolo.
Purtroppo nei sei mesi trascorsi dalla prima scossa, il monumento non è stato messo in sicurezza. Per la stessa ragione numerosi altri beni culturali, chiese, edifici storici, torri e monasteri, sono definitivamente collassati tra il sisma dello scorso agosto e quello ancora più distruttivo del 30 ottobre.
In poco meno di 30 secondi la terribile furia del terremoto ha abbattuto secoli di storia, torri, chiese e monasteri, rocche e palazzi storici. Un patrimonio straordinario che il mondo ci invidia. In primis la Basilica di San Benedetto a Norcia.
Quali le cause? Eccesso di burocrazia? Mancanza di coraggio? Mancanza di personale specializzato?
Ai posteri l’ardua sentenza. Da allora, alla luce di tale disastro, ci saremmo aspettati una corsa contro il tempo per la messa in sicurezza dei monumenti più a rischio di crollo che inspiegabilmente non è mai partita o è stata eccessivamente lenta.
Nel corso di sei mesi dal drammatico 24 agosto, nessuno ha pensato di puntellare la torre della chiesa di S. Agostino di Amatrice.
E così le violente scosse del 18 gennaio scorso ne hanno definitivamente provocato l’azzeramento.
Dai quotidiani del giorno successivo abbiamo appreso che i vertici del Ministero per i Beni Culturali, nel prendere atto dell’avvenuto crollo della torre, avrebbero esclamato: “ peccato, l’inizio dei lavori per la messa in sicurezza della torre era previsti per il prossimo 23 gennaio”!
Che dire? I cittadini di Amatrice, nell’osservare i resti della imponente torre della chiesa di Sant’Agostino, affogati tra la neve, urlano e maledicono le burocrazie, i vincoli e le procedure… Se fossero intervenuti in tempo i puntellamenti dell’edificio, avremmo salvato uno dei simboli della storia di quella cittadina.
Mi chiedo. Tra gli impegni che noi tutti avevamo assunto nella imminenza del primo sisma di sei mesi fa, non c’era anche quello di salvare i segni della storia, indispensabili anch’essi alla costruzione di un nuovo futuro?
Forse qualcuno, soprattutto chi ne avrebbe avuto la competenza, lo ha tristemente dimenticato.
Troppo preso, evidentemente, dal disbrigo degli atti amministrativi. Che tristezza…
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