Esiste la politica che vuole guardare al futuro?
Quella politica che vuole programmare?
Quella politica che rifugge gli errori del passato?
A Teramo c'è l'assessore regionale Dino Pepe.
Vibratiano e ottimo ex sindaco.
Questa è una storia carbonara.
Il 7 Giugno, scusate il 9 Giugno di mattina.
L'autista pagato con i soldi pubblici, parcheggia in via Nicola Dati e attende il ritorno del buon assessore regionale molto ma molto amico nemico di Sandro Mariani, capogruppo del partito democratico in Regione.
Una visita istituzionale al presidente del Ruzzo, Antonio Forlini?
Forse, ma non risulta.
Le fonti parlano di ex Di Pietrini che hanno subito formali richiami dal presidente Forlini, in fondo sono gli stessi sempre gli stessi che hanno condotto alla deriva l'ente, pronti a festeggiare il ritorno di Giacomino Di Pietro sotto le vesti dell'avvocato Di Lucanardo.
Dodo e Dino Pepe.
Un fusion in Dodino da brodino, rinchiusi in una stanza con tutti i nomi dei sindaci pronti al vecchio golpe.
Quei bei tempi in cui gli appalti erano privi di fondamentali documenti, gran parte in somma urgenza e i debiti, scusate gli investimenti in debiti, raggiungevano i 100 milioni di euro.
Forlini?
L'uomo che sta risanando il Ruzzo?
Va fatto subito fuori.
L'autista con l'auto istituzionale ha atteso l'assessore Dino Pepe.
Missione compiuta?
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