Teramo è una città democratica.
Se un palazzo ha deciso di crollare può farlo a sua discrezione.
Può scegliere l'ora, il giorno, il mese, l'anno.
La festa, la contro festa, i feriali, il festivo.
Via Antonio Tripoti !
Strada che tra poco diventerà la valvola di sfogo di viale Crispi.
Una casa a pochi metri dal piccolo e famoso ponticello.
Il vento la scuote, la pioggia la gonfia, il freddo e il caldo, giocano a dilatarla.
Eppure i residenti scrivono di un pericolo imminente e il comune di Teramo fa spallucce.
Le televisioni, il comitato di quartiere, l'ing. Marcozzi, raccontano di una cronaca che dal bianco è pronta a diventare nera, eppure il silenzio e una transenna, è stata la risposta del comune di Teramo.
Il privato e la solita storia di eredi e companatico.
Il comune di Teramo quando farà togliere i cavi dell'Enel?
Che cosa aspettano l'Enel e la Telecom a togliere i loro accessori e a permettere ai privati di abbattere il palazzo?
La politca non riesce a farsi ascoltare.
Esisterebbe la ragione pubblica.
I motivi di urgenza sanitaria ( topi anzi ratti avrebbero preso possesso dell'immobile mobile).
Il senso del bene comune ma non a Teramo.
Che significa essere cittadini?
Quali sono i nostri diritti?
Un nastro e una transenna...tutto il resto è crollato.
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