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Il corrosivo: La grande pochezza

di Elso Simone Serpentini
4 minuti

Poco più di un anno fa, il 30 settembre 2014, in questa rubrica intitolai “La grande bruttezza” un’analisi (lo ammetto, impietosa) dell’amministrazione Brucchi. Da qualche tempo in qua ho maturato la convinzione che quell’analisi possa essere non solo confermata, perché di cose brutte a Teramo abbiamo continuate a vederne molte, ma implementata con altre osservazioni non meno critiche e con giudizi non meno negativi. Da questa convinzione deriva il suggerimento ad utilizzare un’altra parafrasi del titolo del celebre film di Sorrentino “La grande bellezza”, quella che vedete come titolo di questo mio intervento di oggi: “La grande pochezza”.
La giunta comunale che il sindaco Brucchi continua a guidare, davvero maldestramente, non è solo “brutta”, ma è anche “poca”. Poca in tutti i sensi. “Poca roba” era solito commentare un mio collega di liceo quando si trovava a leggere un tema con pochi argomenti presentatogli da un suo allievo. “Poca roba” mi viene da pensare, quando penso alle capacità degli assessori di Brucchi, sia presi uno per uno che tutti insieme, sia come singoli che come squadra, e la poro “pochezza” ineluttabilmente si riflette nelle scelte amministrative, quali che esse siano. Scelte che non sono solo brutte, ma anche “poche”, nel senso di un’estrema povertà di idee valide e perfino minimamente intelligenti.

Il fatto che esse cadano su cittadini inermi la cui capacità di reagire a poco e al brutto è ornai del tutto inesistente non menda e non lesina i termini di una condanna impietosa alla quale si sente obbligato chi come me valuta e giudica partendo dalla considerazione di alcuni strumenti di misura. Su alcune ricette culinarie e su alcune antiche ricette medicamentose compare spesso la dicitura “quanto basta”, riferito di solito al sale nel primo caso e a qualche ingrediente nel secondo. Ecco, mi pare di poter dire che nel valutare la pochezza di questa giunta non riesco a trovare il punto di “infimità”, il criterio di “bastevolezza”. Sembra che il “quanto basta di pochezza non arrivi mai. Sì che, parafrasando una celebre massima di Epicuro (“Niente basta a colui per il quale è poco ciò che basta”) mi verrebbe da dire: “Niente è abbastanza poco per coloro per il quale il poco non basta mai”.

Nella loro pochezza questi amministratori sono incontentabili, non gli basta mai e ne ottengono sempre, ogni giorno, ogni ora, qualche cosa di più. La loro inadeguatezza è disarmante, la loro mancanza di cultura e l’assenza in loro di un vero amore per la città sono sorprendenti. Non c’è una loro decisione, in qualsiasi campo, che non risenta di questa pochezza, sia sul piano urbanistico, sia sul piano finanziario, sia sul piano dell’arredo urbano e di qualsiasi altro intervento. Non serve redigere un elenco. Basta prendere quello degli atti di giunta, delle delibere, delle decisioni prese, delle scelte fatte, delle posizioni assunte e di quelle non assunte, delle presenze e delle assenze, dei comportamenti e dei discorsi, delle parole usate e di quelle non usate. “Poca roba”.

Ma tanto ai teramani che importa?

Ognuno pensa per sé. I nostri concittadini non hanno più (ma l’hanno mai avuto?) il senso della collettività e la percezione degli interessi della città. I teramani sono in larga maggioranza “idioti”, nel senso etimologico del termine  “idiota”, che deriva a sua volta dal greco idiwtes, ossia "individuo privato, senza cariche pubbliche; inabile, rozzo". A loro basta restare nel loro privato orticello, che continuano a coltivare strizzando l’occhio ai politici e agli amministratori a cui chiedono privati favori. Del resto, e quindi del bene pubblico e della città, si disinteressano e sono pronti a morire insieme con la morte della loro città. Che è quasi arrivata. Anche Teramo sta diventando, o è già diventata “poca cosa”, vittima della “grande pochezza”.  

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Commenti

Teramo e' gestita da personaggi aridi di speranza. I politici, che sono lo strumento di potere di coloro che gestiscono la citta', sono sempre piu' tristi. La tristezza deriva dalla presa di coscenza di incapacita' amministrativa e dove ce ne fosse dall'assoluta mancanza di individualita' di pensiero. Ecco, il pensiero..... Domanda: A Teramo c'e' ancora qualcuno che pensa o che ha il diritto e/o liberta'di pensare? A Teramo c'e' la dottrina del bene e del male, del giusto e dello sbagliato, del bello e del brutto, del giovane e del vecchio. La verita' e' che manca il dialogo. Il risultato e' questo sindaco e questi amministratori.
Teramo e' "una specie di citta' " senza identita':ne' moderna,ne' antica......uno scempio di citta' !!