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Covid 19. La Anaao critica l'Anaao per difendere l'Anaao. Essere o non essere un sindacalista dei medici a Teramo?

di Giancarlo Falconi
6 minuti

Essere Anaao o non essere Anaaao? ( Un sindacato medico italiano)
Questo è il problema.

Ricapitoliamo.
Primo comunicato stampa al tempo del Covid 19 gestito dall'asl di Teramo. 


"Tutto il personale della dirigenza medica e sanitaria, gli infermieri, i tecnici radiologi e di laboratorio, gli Oss e gli addetti alle pulizie sono impegnati in una battaglia gravosa, ed esposti a elevato rischio di contagio perché non dotati di un numero sufficiente di dispositivi di protezione individuali (Dpi), e ciò inevitabilmente rischia di trasformarli, da difensori della salute in potenziali diffusori del virus, come già accaduto a medici e infermieri della nostra Azienda sanitaria.

La Asl di Teramo deve al più presto colmare tale grave carenza e, a tale scopo, auspichiamo che la nuova task force lavori insieme ai vertici aziendali nella gestione dell’emergenza e che, insieme, rinforzino le protezioni a beneficio di coloro che, nonostante le numerose difficoltà e la mancanza cronica di DPI, operano come sempre con professionalità e competenza.

Tuttavia gli episodi di contagio, avvenuti all’interno del reparto di Oncologia e in misura minore anche in altri reparti del nosocomio teramano, sono la prova tangibile che qualcosa non ha funzionato nella protezione del personale sanitario, nella definizione dei percorsi e delle procedure e, inoltre, che le segnalazioni e le richieste di aiuto che si sono levate dal personale sanitario sono rimaste inascoltate.

A tale proposito, spiace dover intervenire in merito alle recenti dichiarazioni della direttrice sanitaria della Asl di Teramo, Maria Mattucci, sulla gestione sanitaria dell’emergenza COVID-19, tali dichiarazioni infatti aprono un inevitabile spazio di riflessione cui l’organizzazione sindacale che rappresento non può sottrarsi.

La dottoressa Mattucci, infatti, rispondendo a legittime richieste d’informazione da parte del Sindaco di Teramo e del Sindaco di Giulianova, ha fornito un elenco di iniziative intraprese senza dettagliarne alcuna in maniera esaustiva; ha “scaricato” la responsabilità dei contagi avvenuti nel reparto di Oncologia sul capo dipartimento, Carlo D’Ugo; ha glissato sulla richiesta di aiuto e sostegno da parte del personale sanitario, e cito testuali parole: “Sono nota per rispondere al telefono a tutti. I medici che, mi dite raccontano a voi sindaci, invece che a noi sanitari, le difficoltà, accampando il pretesto di avere paura di me, mi fanno fare finalmente un sorriso”..

Un tale comportamento risulta inaccettabile da parte della nostra organizzazione sindacale che, da sempre, è in prima linea nella tutela del lavoro della dirigenza medica e sanitaria.

Sono giorni in cui il buon senso dovrebbe far mettere da parte le polemiche e invece si assiste a uno “scaricabarile” proprio da parte chi ha la responsabilità massima dell’organizzazione.

Infatti, chi dovrebbe coordinare il personale sanitario e garantire che l’attività sia improntata su criteri di qualità e sicurezza? Chi ha il compito di organizzare e di verificare i percorsi, i protocolli e le procedure? Chi dovrebbe essere, se non il direttore sanitario, il garante ultimo dell’assistenza sanitaria agli utenti?

È questo il momento della responsabilità e delle risposte chiare ed è gravissimo che un direttore sanitario aziendale si sottragga a esse nelle funzioni attribuite alla sua competenza.

Queste considerazioni non hanno lo scopo di alimentare polemiche inutili ma solo quello di ristabilire un corretto punto di vista e di esprimere la nostra vicinanza a tutto il personale coinvolto.

Dott.ssa Gabriella Marini
Segretario aziendale Teramo
Anaao Assomed Abruzzo




Stralcio di una Seconda intervista pubblica su Il Centro a firma della giornalista Antonella Formisani.

Filippo Gianfelice, chirurgo vascolare del Mazzini e componente del direttivo nazionale Anaao, tabella alla mano parla di 342 contagiati alla Asl di Piacenza, 84 a Parma, 252 a Reggio Emilia, 175 a Modena, 223 a Bologna. «Si sta facendo una polemica sui contagi fra il personale della Asl di Teramo. Ma i dati del 9 aprile di tutta l'Emilia Romagna parlano di un interessamento fra il 3 e 4% di tutto il personale: noi dunque siamo al livello di una sanità molto più attrezzata della nostra», esordisce il sindacalista.
Gianfelice una spiegazione sui contagi, comunque, ce l’ha. In sostanza, come ha ribadito ultimamente anche l’Anaao nazionale, l’Istituto superiore di sanità all’inizio ha sottovalutato il problema e «le direzioni generali di conseguenza non si sono approvvigionate a sufficienza di dispositivi di protezione. Quello che è accaduto al Mazzini, per questi motivi, è avvenuto in tantissimi altri ospedali in Italia». A questo, continua il sindacalista, si aggiunga che da 10-15 anni c’è stata una continua riduzione di posti letto e personale, per cui il sistema è entrato in affanno.
Ma ora, sostiene Gianfelice, bisogna guardare all’immediato futuro: «Ora il problema più importante è la fase 2, la ripresa. Capire come sviluppare tutto quello che si è fermato finora. Il coronavirus non scomparirà, permarrà anche con il vaccino: probabilmente ci dovremo abituare alle mascherine e a fare test sierologici rapidi. Sarà necessario che ci siano ospedali Covid ancora per parecchio, anche a livello locale. Così come al Mazzini dovremo ancora per tanto mantenere percorsi Covid. E le risorse che arriveranno dovranno essere distribuite su personale e strutture. A Teramo avevamo il grosso vantaggio di progettare un nuovo ospedale, ma è tutto fermo. Vantaggio perso, ad esempio, nei confronti di Pescara che sta costruendo una nuova struttura Covid affianco all'ospedale». Il medico invita i protagonisti della vita teramana ad abbassare i toni «affinchè si faccia un unico progetto per la fase 2: bisogna essere pronti e non discutere fra noi. Ci siamo persi in chiacchiere e ora ci troviamo con vecchie strutture».

La domanda sorge spontanea.
Filippo Gianfelice
, chirurgo vascolare del Mazzini e componente del direttivo nazionale Anaao, invita tutti ad evitare le polemiche, compresa la d.ssa Gabriella Marini Segretario aziendale Teramo Anaao Assomed Abruzzo, perchè nell'unità di crisi dell'asl di Teramo c'è il dott. Cosimo Napoletano, uomo di punta della Anaao nazionale?
Anche questo è un virus...speriamo meno virulento del coronavirus. 
 

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A volte mi chiedo se i numeri si voglia far finta di non capirli o non li si capisca davvero. Fare riferimento alla percentuale di sanitari contagiati sul numero totale di sanitari ha poco senso se non lo rapporti al numero totale di casi sul territorio. Quello è il dato che andrebbe confrontato. Perchè potrai avere anche il 2% sul totale dei sanitari, ma se, butto lì un numero a caso, il 30% dei casi totali è tra personale sanitario o ad esso correlato, hai un problema: perchè vuol dire che l'ospedale è uno dei principali luoghi di contagio.