La solita Teramo provinciale e priva di eleganza.
Lascio il commento dell'incontro con Vittorio Sgarbi, in seno al fetsival della Follia, a chi ha fatto oltre un'ora di fila, per vedere la sua attesa, umiliata dai soliti raccomandati.
Io c'ero fuori a quella porta.
Io c'ero, non per assistere alla bellezza di Sgarbi, ma per registare la solita Teramo.
Scrive Grazia Cerulli...condivisa da decine di testimoni su facebook.
" La follia come tema di conferenze ed esaminata da punti di vista diversi certo sarebbe stato interessante e , dei primi tre incontri, a due avrei potuto partecipare.
Per Crepet mi sono trovata un posto in piedi, avrei voluto ascoltarlo perché', tolto al salotto di Vespa, senza dubbio avrebbe avuto parecchio da insegnarmi....ma in piedi no, non posso più' permettermi di stare in piedi senza subirne poi le conseguenze...."
Per Sgarbi provvedero' ad andare con un buon anticipo sull' ora di inizio" mi son detta!
Non avevo pero' fatto bene i conti con la disorganizzazione di chi gestiva gli incontri e con la disonestà' degli stessi.
Portone chiuso del Museo Archeologico e gia' folla in attesa di entrare da un' ora prima. Bene, aspettiamo.
Noto una qual certa concitazione in attesa dell' ordine di aprire da parte degli addetti...ma riusciamo ad entrare. Saliamo ordinatamente le scale e siamo nella sala San Carlo...Toh! Gia' piena, gente tranquillamente seduta e accomodata da un pezzo!
Noi fuori ad aspettare cosa?
Un posto in piedi o, nella migliore delle ipotesi, scendere subito a piano terra dove era stata allestita una sala, non so bene se all'aperto o al chiuso, con uno schermo che avrebbe permesso di seguire.
Anche qui pochi posti a sedere e una folla in piedi.
Imprevisto è arrivato anche un bel temporale e l' acqua non ci è stata risparmiata, ce n' era per tutti i gusti: dal bidet per quelli che si erano sistemati a terra , al pediluvio per gli astanti seduti o in piedi.
Intanto tutti in attesa....il famoso quarto d'ora accademico superato da un pezzo, eravamo all' ora accademica e ci viene comunicato che il conferenziere non era ancora arrivato, che d' altra parte era famoso per la sua abitudine nel gestire il tempo altrui con i suoi notevoli ritardi.
Beh, a questo punto, visto che il mio tempo vale quanto il suo e che non permetto ad altri di gestirlo, mi sono alzata e me ne sono andata.
Certo ho perso qualcosa, ma se tutti facessimo cosi' forse insegneremmo l' educazione ai maleducati perdipiu' pagati profumatamente.
Quanto agli organizzatori , vorrei far loro una domanda: era troppo pensare al cinema Comunale come luogo d' incontro ? Si sarebbero evitati l' increscioso clientelare episodio iniziale e il disagio anche dell' acqua, ci sarebbe stato posto per tutti e per le tre serate!".
Chi ci risponde?
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