Protagonisti in cerca di autore.
Due ragionieri.
Il Commissario Sora e il Direttore Generale di Tercas, Dario Pilla.
Sul primo sfondo una Tercas che non andava commissariata.
Una Carichieti che prenderebbe la direzione di Ubi Banca e una Popolare di Bari distratta dai tanti avvisi di garanzia in Puglia.
Sul secondo sfondo un'impiegata Tercas della sede di Montorio.
Daniela Boffo.
Licenziata e accusata di essere complice o giornalisticamente talpa dell'ex Direttore, Antonio Di Matteo.
Due anni difficili.
Oltre due anni.
Due anni di sofferenze.
Due anni di complessi stati d'animo ma con la forte convinzione che la legge, la giustizia, la legalità avrebbe dimostrato la realtà dei fatti.
Così come per le altre due licenziate.
Tre su sei.
Un castello accusatorio di sabbia, fatto cadere punto su punto dal ricorso dell' Avv. Fabrizio Acronzio, che ha visto il giudice del tribunale del Lavoro di Teramo, Giuseppe Marcheggiani, " annullare il licenziamento impugnato e condannare la resistente a reintegrare l'attrice nel posto di lavoro in precedenza occupato ed a risarcirle il danno causato dal licenziamento, che liquida in misura pari a n.12 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto percepita dalla ricorrente alla data del licenziamento".
Raggiunta al telefono, Daniela Boffo, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione così come il suo legale, Fabrizio Acronzio.
Semplicemente la fine di un incubo per lei, la sua famiglia e i suoi amici.
Buon lavoro Daniela.
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