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Teramo. La Sicurezza della nostra Torre del Duomo

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Ad ogni evento sismico, com’é logico e comprensibile, in Città torna a parlarsi della Torre del Duomo e degli eventuali rischi connessi alla statica della struttura.
E probabilmente a ragion veduta, stante il fatto che trattasi di una struttura iniziata fra il XII e il XIII secolo, quando la Cattedrale era costituita dalla sola aula di Guido II, e finita nel XV secolo, quando nella giornata del 4 settembre 1493 venne apposta sulla sommità della piramide di coronamento la sfera metallica, originariamente dorata e con un diametro pari a 0,64 metri, assieme alla banderuola e alla croce.

Progressivamente innalzata e trasformata nel corso dei secoli, la Torre oggi risulta, come anche l’ampliamento gotico realizzato da Niccolò degli Arcioni, piuttosto divergente rispetto alla parallela dell’asse principale del Duomo. A differenza della navata arcioniana, tuttavia, in questa sede il disallineamento rispetto all’asse principale è ulteriormente marcato.
Tutta una serie di interventi nefasti che hanno interessato la Torre col passare del tempo ne hanno tuttavia minato non soltanto l’estetica, ma anche la stessa stabilità.
E il riferimento purtroppo non è soltanto alla demolizione, nel 1969, del cavalcavia, l’Arco di Monsignore appoggiato al fabbricato, che per volere di Tommaso Alessio de’ Rossi fu realizzato tra il 1731 e il 1749 per collegare la Cattedrale con il vicino Palazzo Vescovile.

Quest’ultimo intervento demolitivo, che indubbiamente contribuì all’isolamento dell’edificio e ad un suo maggiore slancio estetico, determinò contestualmente tuttavia, al di là delle conseguenze di carattere urbanistico, un indebolimento della struttura, oramai priva dell’Arco che le si innestava ad est, al quale a metà degli anni settanta si è cercato parzialmente di porre rimedio attraverso un rafforzamento della base, con la costruzione di un muro perimetrale attorno ai tre lati esterni.
E proprio questo stesso settore architettonico, i tre lati esterni appunto, ha costituito da sempre un punto nevralgico per la statica della Torre, i cui problemi difatti hanno origini ben più antiche di quel citato 1969.  Laddove oggi insiste l’opera di rafforzamento della base, sorgeva un tempo il cosiddetto muro doppio della Torre. Come documentato già nel 1938, trattavasi di una sovrastruttura alta pochi metri, realizzata peraltro abusivamente, da un privato locatario di una delle unità immobiliari che si innalzavano sulle pareti della Cattedrale, prima degli isolamenti degli anni trenta.

Una relazione dell’ingegnere comunale del 29 maggio 1892 descrisse, a seguito di un accurato sopralluogo, la situazione che si venne a creare a causa dei lavori effettuati abusivamente dall’inquilino.
Oltre al muro doppio, fu evidenziato che i lavori privati eseguiti nella zona fecero in modo che fosse «rotto lo sperone della massiccia, robusta e ben consolidata fondazione» e si dovette constatare «il fatto che in essa fondazione, a forza con picconi e mazze e con lavoro assiduo e paziente venne molto recentemente ricavato al piano terra un piccolo vano adibito ad uso bottega da orologiaio e forse anche ora si lavora occultamente per ricavare altri piccoli vani nella platea generale della Torre».
A questi già pesanti danni recati all’edificio se ne aggiunsero anche altri, che interessarono tuttavia l’interno. In passato la Torre era dotata di una serie di sale sovrapposte, ciascuna dotata di solai che avevano la funzione di delimitare e suddividere gli spazi, oltre che di legare fra loro le quattro pareti portanti della struttura e di ripartire su di esse l’intero peso del complesso.

La situazione fu pesantemente stravolta, nel corso del XIX e del XX secolo, quando nel corso degli interventi di restauro del fabbricato, conclusi nel 1935, la scalinata lignea della Torre, in pessimo stato di conservazione, come venne evidenziato nella citata relazione del 29 maggio 1892, fu completamente smantellata e sostituita con l’attuale e furono innestati nelle pareti portanti gli appoggi metallici per la nuova scala metallica e per i pavimenti dei vari livelli della Torre, anch’essi in metallo, ad eccezione di quello del vano d’ingresso, del primo livello e della stanza dell’orologio. A differenza di questi ultimi, i camminamenti interni della Torre e le relative chiusure orizzontali sono oggi tutti in metallo, agganciati alle pareti portanti della struttura o poggianti sulle travature lignee che, oggi come allora, sostengono l’intero complesso dei manufatti interni. L’ultimo solaio in muratura, difatti, è presente nella stanza dell’orologio e corrisponde al pavimento della cella campanaria inferiore: a partire da questo livello e sino alla sommità, le coperture e i camminamenti sono tutti in metallo.

L’installazione dell’orologio monumentale, peraltro, ha rappresentato l’ultima profonda ferita inflitta alla statica della Torre.
Le doppie aperture sulle pareti portanti per l’allestimento degli orologi, così come disposto nel 1891 dall’allora sindaco Berardo Costantini, che fece sistemare due quadranti a vetro trasparente, realizzati dalla fabbrica Tenca di Milano, aventi 2,55 metri di diametro e 13 millimetri di spessore, già indebolirono l’edificio, ma l’ultimo dei tre impianti montati sulla struttura, quello del 1924, opera dei Fratelli Miroglio di Torino, portò davvero irrimediabilmente con sé una serie di stravolgimenti strutturali necessitati dal dover garantire la marcia del meccanismo.   Al fine di consentire al nuovo orologio di funzionare, fu sistemata una serie di pesi che, con le rispettive funi, attraversavano trasversalmente il solaio della stanza dell’orologio e scendevano in verticale nello spazio ricavato al centro della Torre attraverso la brutale demolizione della solida copertura del secondo livello, immediatamente superiore a quello di appoggio dei pesi. La scomparsa di una serie di solai, i cui resti sono ancora visibili, ha tuttavia determinato un ulteriore, ennesimo indebolimento della struttura portante della Torre, in particolare nell’area più prossima al suolo.
Dal lontano 1935, anno di conclusione dei lavori di ristrutturazione e restauro dell’edificio, nessun altro intervento di ampia portata, finalizzato alla tutela di questo bene architettonico, che rappresenta il simbolo stesso della Città di Teramo, è stato più condotto. Se non si interverrà in maniera strutturale, organica e artisticamente corretta non aspettiamoci un miglioramento delle condizioni della Torre, ma, al contrario, il deterioramento delle sue condizioni statiche non potrà più essere rallentato con provvedimenti estemporanei quali l’utilizzazione a soli rintocchi della Campana Aprutina, restituita ai teramani il 19 aprile 1930 e montata sul suo castello il 27 aprile, con la solenne benedizione del vescovo Antonio Micozzi.   Mio desiderio è quello di mettere in sicurezza la Torre e di poterla aprire al pubblico. Per ora mi accontenterei che si approntasse un intervento organico di consolidamento strutturale. Il passo successivo, scongiurata l’ipotesi di un possibile cedimento, sarà quello dell’apertura al pubblico. Ci arriveremo.                                                                                                                                                               Fabrizio Primoli    

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Ma la diocesi che ci fa con tutti i soldi e gli immobili che gestisce? Va a finire chenil duomo lo dobbiamo pagare noi con le nostre tasse quando personaggi vicino alla chiesa si sentono importanti. Se siete cosi importanti e bravi, risoluti, fatelo di tasca vostra e della diocesi e non con ke nostre tasse.
Bravo Primoli! spesso non ti ho potuto soffrire, non ho il piacere di conoscerti di persona, e a volte sembri un rompiballe dal tono saccente e petulante, ma urca quanto hai ragione! e solo per la tua passione, iniziativa e spirito di documentazione e per l'amore profondo per la citta' meriti tutto il credito ed il seguito possibile. Bisognerebbe clonarti in qualche migliaio di copie per risollevare lo spirito e l'interesse degli zombies che parassitano Teramo.
Mi auguro che ci si possa arrivare, ma con le contribuzioini dell'otto per mille che fruttano milioni e milioni di euro.
Eccellente e ben documentato intervento. Sarebbe molto interessante poter disporre di un disegno in sezione della torre su cui individuare gli interventi e le alterazioni descritte.