La manovra di Heimlich è una tecnica di primo soccorso per rimuovere un'ostruzione delle vie aeree. Costituisce un'efficace misura per risolvere in modo rapido molti casi di soffocamento. La manovra prende il nome dal medico statunitense Henry Heimlich, che per primo la descrisse nel 1974.
Basta aver seguito un corso di primo soccorso per imparare i tratti e comunque ciò che è successo a Teramo, nel tardo pomeriggio all'epoca del Coronavirsu è da trattato di sociologia.
Tutti in fila a meno di un carrello di distanza.
Una calca da saldi di fine stagione.
Una ressa da carestia e non da epidemia.
Mia è il possesso che sa di egoismo.
Una signora di mezza età, inizia tossire, poi ancora più forte, poi a diventare rossa e a cercare aria.
Intorno, si fa il vuoto.
La signora rimane sola, accerchiata da spettatori non paganti.
Tutti spaventati dal contagio, tutti tranne un giovane medico aquilano che compresa la situazione ha liberato dalla caramella le vie aeree della signora teramana.
Nonostante fosse chiara la dinamica, le persone hanno continuato a debita distanza il resto della fila.
Che cosa ci sta succedendo?
Se non ci fosse stato il sanitario del capoluogo?
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Cosa sta succedendo? Mors tua, vita mea. Ecco cosa sta succedendo. Gli assalti ai supermercati per l'accaparramento alimentare nonostante le rassicurazioni, non dimostrano questo concetto? La signora che rischia di morire davanti all'indifferenza altrui poi ha dell'incredibile. Abbiamo paura di essere infettati come se si trattasse della peste. E allora i medici e gli infermieri che stanno curando gli ammalati presso gli ospedali, cosa sono? La verità è che l'egoismo umano non ha limiti ed è triste doverlo constatare in queste circostanze.
Un grande plauso va alla sanità italiana che, nonostante i tagli finanziari subiti negli anni, sta dimostrando professionalità e stoicismo nel contrastare questo bruttissimo momento che stiamo passando.
È, ovviamente, un grazie al dottore aquilano che è intervenuto per salvare la signora in difficoltà.
E lasciamo stare che l’uno cittadino l’altro schifasse e quasi niuno vicino avesse dell’altro cura…
Giovanni Boccaccio, 1348
Un ulteriore attestato di stima al medico, che ha voluto mantenere l'anonimato.