Salta al contenuto principale

Primo Novembre: Il De profundis dei docenti del Braga

3 minuti

I docenti di ruolo del “Braga” hanno chiesto e ottenuto il trasferimento ad altre sedi sul territorio nazionale (con decreto del Direttore generale del MIUR n° 2207 del 2 ottobre u.s.), tranne uno di loro che non ha trovato collocazione. Si è chiusa, per ora, la possibilità che gli stessi potessero sì trasferirsi, ma chiedere l’utilizzazione nell’Istituto. Questo avrebbe comportato per il Ministero dell’economia di dover pagare il docente proveniente dal “Braga” passato allo Stato e contemporaneamente, il suo supplente, con un raddoppio immediato di spesa.
Ieri, infatti, il Ministero ha pubblicato l’elenco per le utilizzazioni temporanee dei docenti dei Conservatori e non risultano disponibilità per la struttura teramana.
Pertanto dal 1° novembre 2015, sic stantibus rebus, tutti i docenti di ruolo (tranne uno) e il personale ATA (tranne uno) andranno a lavorare altrove, a meno di rinunce prossime al trasferimento, motivate, come da ordinanza ministeriale dell’agosto scorso, per “gravi motivi sopravvenuti debitamente comprovati”. Certo è da non dimenticare che i dipendenti hanno anche numerose mensilità stipendiali non percepite.

Si attendeva la pubblicazione dell’elenco delle utilizzazioni, quale eventuale segnale di salvataggio in zona Cesarini, da parte del Ministero, al fine di poter almeno costituire gli Organi statutari, in particolare il Consiglio accademico, che necessita di sei docenti di ruolo, nella struttura da almeno tre anni. Il pur encomiabile sforzo di recuperare una sede per l’istituto, alla luce dei fatti, di questi fatti, appare una goccia nel mare. I posti vacanti dei docenti in uscita, tranne quattro già occupati da trasferimenti in entrata, dovrebbero essere coperti da supplenti. E non si sa ancora chi dovrà pagarli. Sembra di vedere molti che annaspano intorno all’Istituto, in netto ritardo, su un disegno ministeriale partito da lontano e neanche così tanto imperscrutabile. Nelle direttive per l’esistenza in vita di un Conservatorio, sembrerebbe che il numero minimo di iscritti sia 500, così come ipotizzato nel regolamento per la programmazione del sistema, che stanno redigendo al Ministero.

Sempre sul sito del MIUR, ufficio statistico, per l’anno accademico uscente, 2014-2015, risultano essere 304 gli iscritti all’Istituto teramano. Di questi 142 pre-accademici e 162 accademici. Ciò vuol dire che questi ultimi, quindi 162 studenti -a cui sottrarre chi nel frattempo ha concluso il ciclo di studi- sono coerenti con l’attività formativa di terzo livello, precipua del “Braga”. A questi numeri andranno aggiunti gli iscritti dell’a.a. 2015-’16, le cui ammissioni sono in corso. Ci sarebbe da chiedere poi ai conservatori limitrofi quanti siano gli studenti in uscita, che hanno chiesto il trasferimento, a seguito dei docenti andati via. 
A tutto questo pensavo stanotte, mentre insonne cercavo le pecore da contare e invece accorrevano capre!

Rossella Natali

Commenta

CAPTCHA

Commenti

La sgra che scrive questi articoli sembra di godere, vorrei sapere il perché. Non si sente teramana o non si sente ben rappresenta di una Istituzione come il Braga? È facile scrivere quando ci sta la legna da ardere. Piuttosto che scrivesse un bel articolo chiedendo come è che dopo tre anni di presidenza del nostro Magnifico Rettore oggi ci troviamo in questa situazione. Siamo tutti curiosi di sapere che cosa è stato fatto e che cosa si poteva fare
Una domanda che forse resterà senza risposta. È vero che la ricerca di una sede per l'Istituto è arrivata a un punto di tale difficoltà che nei giorni scorsi i vertici del Braga avrebbero addirittura visionato locali di proprietà di PRIVATI? O locati a PRIVATI? Ovvero che in una città come questa non si riesce a trovare una location PUBBLICA per una Istituzione PUBBLICA? Notizia che il Comitato Braga, sempre pronto a informare urbi et orbi su ciò che succede, non ha riferito. E non riferirà. Perchè un Ministero serio, di fronte a notizie del genere, non potrebbe che anticipare quanto sta già decidendo.
Una sola parola ... TRISTEZZA .... e niente più ....
UNA SOLUZIONE SERIA E CREDIBILE PER L’ISTITUTO BRAGA POTREBBE ESSERE OFFERTA DALL’UNIVERSITA’ DI TERAMO. Da genitore di una studentessa del “Braga” e da cittadino di questa Teramo distratta ed avvilita vorrei lanciare un altro messaggio affinchè a tutti torni la memoria e la voglia di non girare lo sguardo davanti ai migliori gioielli di questa città, che cadono a pezzi. Vale ancora la pena di spendersi anche per non spezzare il sogno di tanti ragazzi, non soltanto di Teramo, che si sono avvicinati, grazie all’Istituto Braga, ad una delle più nobili arti che in ogni epoca hanno sempre caratterizzato e rese vive tutte le civiltà e tutte le culture: la musica. Il “Braga” non è un capriccio campanilistico dei teramani. - E’ la storia di un territorio, un pezzo della sua economia, ma anche uno strumento di cultura universale. - E’ anche l’occasione per un primo “riscatto” che si offre a quei ragazzi, figli di gente comune, che non avrebbero avuto altrimenti altre opportunità. L’occasione per un riscatto sociale, per misurare il proprio valore, per condividere con gli altri la propria formazione, per non rimanere vittima del proprio individualismo ed anche una sfida per affermare valori forti. Dalle ultime notizie che abbiamo non possiamo che trarre purtroppo una conclusione: Credo che sia diventato a questo punto umiliante, comunque inconcludente, il continuare a presentarsi con il solito cappello in mano davanti alle tante “Cattedrali mummificate” dei Ministeri romani, per ricordare e chiedere ancora che l’Istituto Braga deve essere statalizzato, senza alcun bluff. E’ ormai però assolutamente chiaro che non può importar di meno a nessuno. Quindi: anche senza che nessuno abbia mai avuto il coraggio della responsabilità e della decisione, l’Istituto Braga si avvia rapidamente verso la morte. Morirà perché i Docenti vanno via; morirà perché andranno via gli studenti che vedono davanti a loro solo la nebbia della permanente incertezza . Chi poi ne avrà le possibilità cercherà e frequenterà altri Istituti, altri ragazzi invece conserveranno lo strumento musicale, acquistato con i sacrifici dei genitori, come un cimelio, simbolo della prima grande sconfitta offerta a loro dalla vita. Allora riprendiamoci noi teramani il diritto ed il dovere dell’iniziativa. Poi, se mai le nostre classi dirigenti dovessero rinsavire, qualcuno capirà che la statizzazione “vera” del Braga è la soluzione più seria ed anche la più economica per conservare e sviluppare, quale patrimonio nazionale, una struttura educativa di primaria importanza e valore, alla cui vita, non dimentichiamolo, contribuiscono già gli studenti con le tasse di iscrizione. Se è vero che i problemi sono le risorse per la gestione dell’Istituto, che gli Enti responsabili non negano ma non riescono a coprire interamente, vediamo quale valore aggiunto può offrire il territorio e le sue Istituzioni: 1) Le Imprese – Se qualcuno se ne occupasse, credo non sarebbe difficile individuare imprese disponibili ad “adottare il Braga”, con una qualche sponsorizzazione annuale; 2) Altri Comuni – Se solo elargissero un quinto di quello che spendono annualmente per sostenere la solita “sagretta dello screppelletto” sarebbe un successo; 3) La Banca Popolare di Bari – Dopo aver acquisito, a costo zero, due banche (Tercas e Caripe) che hanno un’attività annua di oltre cinque miliardi e che si nutrono prevalentemente delle risorse abruzzesi, potrebbe certamente fare un piccolo gesto per mostrare gratitudine a questo territorio, impegnandosi a finanziare per un importo annuale dignitoso la più importate Istituzione culturale della città di Teramo. 4) La Regione–Da un bilancio pieno di spese incomprensibili, una volontà politica “decisa” non avrebbe difficoltà alcuna ad estrarre altre risorse, sufficienti per far quadrare i conti; 5) L’UNIVERSITA’ DI TERAMO- Non mancherà al Magnifico Rettore Luciano D’Amico, che offre alla nostra Università l’instancabile impegno di un uomo capace di idee e di proposte infinite, la voglia di misurarsi ancora (non necessariamente come Presidente) con l’Istituto Braga e di contribuire, CON LA NOSTRA UNIVERSITA’, alla soluzione dei suoi problemi. ECCO UNA SOLUZIONE POSSIBILE: - Invece di rincorrere fantasiose e inutilmente costose soluzioni improbabili, la sede dell’Istituto Braga andrebbe benissimo presso l’Università. Se ne gioverebbe in prestigio il Braga; se ne gioverebbe in prestigio l’Università. - Non solo la sede, ma anche la gestione amministrativa dell’Istituto, semplice e limitata, potrebbe essere garantita dalla struttura amministrativa dell’Università, corposa e competente. INFINE : DAL REGOLAMENTO DIDATTICO DELL’ATENEO E’ POSSIBILE ESTRARRE IN SINTESI :” Il Senato Accademico può deliberare l’istituzione e l’attivazione di corsi finalizzati a rispondere a domande formative provenienti dal territorio , anche in collaborazione con soggetti pubblici e privati. Sviluppa iniziative formative destinate all’educazione lungo tutto l’arco della vita, attivando corsi di educazione permanente e ricorrente e attività culturali.” - SE HO CAPITO BENE L’UNIVERSITA’, NELL’AMBITO DELLA PROPRIA AUTONOMIA ECONOMICA, AMMINISTRATIVA E GESTIONALE, PUO’ ISTITUIRE ANCHE CORSI SUPERIORI DI STUDI MUSICALI. Saranno intitolati a “Gaetano Braga”; porteranno i caratteri dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Braga; arricchiranno l’Ateneo teramano di un valore grande che lo legherà ancora di più al territorio teramano, che gli sarà per questo grato. L’Istituto Braga diventa così un piccolo pezzo dell’Università di Teramo, abbatte tutti i costi di gestione della sede e della struttura amministrativa e si avvale, sino alla sempre auspicabile “vera”statalizzazione, della copertura di una grande struttura educativa e di alta didattica. Alla fine, se al bilancio per la gestione dei nuovi Corsi di Studi Musicali, alimentato dal territorio e dagli Enti, dovessero mancare delle risorse, non sarà certamente un problema insormontabile. Credo che il Senato Accademico, il C. di A., ed il Magnifico Rettore farebbero di tutto per trovare, nelle pieghe del bilancio UNITE ed aggiungere al resto, quei fondi (limitati) che servono per sostenere i contratti per pochi insegnanti di musica. Peraltro una razionalizzazione dei costi ed una ottimizzazione delle risorse disponibili farebbero bene a tutti. CAPACITA' E CORAGGIO DEL MAGNIFICO RETTORE, SAREBBERO IN GRADO DI SOSTENERE ANCHE QUESTA SFIDA.
"abbatte tutti i costi di gestione della sede" ... non so che strumento suoni sua figlia sig Di Gennaro ma se lei reputa la sede Universitaria come idonea ad ospitare studenti costretti in aule acusticamente aberranti e costruite per lezioni teoriche NON pratiche .... tutto il suo scritto va a farsi benedire ... mi perdoni ... tutto può essere accettabile, opinabile, contestabile, compromessibile ... ma che si possa pensare di spostare le lezioni di strumento all'Università ... perdoni ... ma forse non sa cosa dice ...
Mi consentaaaa sig. Di Gennaro ma Ella è lo stesso che concorse ad amministrare la Tercas? Se si, mi piacerebbe leggere un suo illuminato parere sulla fine della Tercas e su un eventuale intervento di salvataggio che Ella avrebbe potuto consigliare di praticare. Quanto è strano il mondo!
IO DI SOLITO NON ILLUMINO NESSUNO, FIGURIAMOCI GLI ANONIMI. IL MIO PENSIERO SULLA TERCAS E' DI UNA SEMPLICITA' COMMUOVENTE: SI E' CONSUMATA, IN ABRUZZO, CON LA COMPLICITA' DELLA BANCA D'ITALIA E CON IL TIFO GARANTITO DAGLI ALLOCCHI COME LEI, LA PIU' INQUIETANTE SPECULAZIONE FINANZIARIA DEL DOPOGUERRA. SPECULAZIONE FINANZIARIA LEGALE, NATURALMENTE, ASSOLUTAMENTE GARANTITA DALLE DISPOSIZIONI E DAI REGOLAMENTI DELLA BANCA D'ITALIA E DEL MINISTERO DELLE FINANZE. PER QUESTO E' ANCORA PIU' PREOCCUPANTE E DOVREBBE SOLLECITARE UNA INTELLIGENTE RIFLESSIONE DI TUTTI. NON ACCADRA' MAI OVVIAMENTE, PERCHE' E' MOLTO PIU' SEMPLICE INDIVIDUARE COME RESPONSABILI DEL "MOLTO PRESUNTO" CRACK DELLA TERCAS CHI C'ENTRA COSI' POCO CHE QUASI NON C'ENTRA NIENTE. ABBIA PAZIENZA, SE NE PARLERA' COSI' TANTO DEI VERI RESPONSABILI CHE VERRA' LA NAUSEA A TUTTI. CHI VIVRA' VEDRA'. Un caro saluto.
Intervengo "in punta di forchetta" al dibattito in questione (di questi tempi non si sa mai...qualche animo sensibile potrebbe urtarsi). Rispondendo a Margarita Rojas...Lei chiede cos'ha fatto in questi ultimi 3 anni il Magnifico Rettore. Fermo restando che ha ragione a porre codesta domanda, voglio chiedere però anch'io una cosa: siamo sicuri che lo stato attuale del Braga sia da attribuire "solo" alla non eccelsa opera del prof. D'amico? E gli anni precedenti? Mi sembra che la grave situazione dell'istituto teramano sia riconducibile a già da più di dieci anni a questa parte (ricordiamoci la molto discussa direzione da parte di un docente - e non c'è bisogno di specificarne nome e cognome - che anche quando rassicurava i genitori degli studenti iscritti circa la solidità del Braga, egli stesso produceva domanda d'inclusione in graduatorie d'istituto fuori regione, in vari conservatori). La direzione del Braga è stata contestata anche pubblicamente in un incontro avvenuto nel mese di marzo 2008 presso la sala polifunzionale di Teramo. Una mia considerazione personale. Come avevo già scritto in un mio intervento precedente, il Braga aveva "sfiorato" la statizzazione nei primi anni '90, aprendo diverse cattedre richieste dal Ministero per raggiungere lo standard richiesto per il passo che avrebbe dovuto fare. Negli anni successivi tali cattedre sono state chiuse ma dirò ancor di più...molti docenti, che avevano iniziato a presagire le difficoltà dell'istituto, emigrarono verso altri conservatori, magari sostenendo viaggi settimanali di 600-700 km e anche più. Ebbene, tali docenti vennero additati come sconsiderati dai docenti rimasti a Teramo, i quali si sentivano forti di una posizione dalla quale nessuno e niente li avrebbe "scardinati" fino alla pensione. Purtroppo la storia ci ha raccontato un epilogo diverso, molto diverso. Chi in gioventù si è "sciroppato" viaggi estenuanti, spese molto rilevanti e sacrifici enormi, ora, per via dei trasferimenti, si trova ad insegnare a poche decine di km da casa, mentre chi pensava di aver fatto la scelta giusta rimanendo a Teramo ora dovrà iniziare la propria storia di "docente emigrante" andando a lavorare a diverse centinaia di km dalla propria città. Il dissesto finanziario dell'istituto è da ricercare anche (forse "soprattutto") al fatto di non aver stabilizzato i docenti che all'epoca scelsero di andare altrove, poiché, come risaputo, un supplente costa molto di più di un docente di ruolo. Sul fatto, poi, degli ultimi trasferimenti effettuati calo un velo pietoso. No comment! Tornando a confermare quanto detto in precedenza, e cioè che sarei profondamente amareggiata della drastica fine dell'Istituto Braga, non posso, però, disconoscere responsabilità altrui oltre quelle che in questi difficili giorni il Comitato sta ribadendo a gran voce.

 Caro Di Gennaro, a me, interessa.
Se vuole pubblicare un intervento sulla Tercas, prego.
Presto, novità.

 

falconigiancarlo@gmail.com

 

 

Naturalmente Falconi, un mio intervento non mancherà certamente. Per ora, anche se personalmente non ho mai ricevuto alcun avviso di garanzia, non sono mai stato sentito da nessun Organo inquirente e non ho notizie di indagini in corso a mio carico, sento il dovere della responsabilità che mi obbliga ad evitare qualsiasi iniziativa che possa generare una qualche confusione al lavoro dei Giudici. Lavoro e conclusioni del lavoro che possono essere condivisi o meno, ma vanno comunque rigorosamente rispettati. Naturalmente ho ache io qualche problema. Ci sono le azioni attivate dal "ragioniere della Val Brembana" che ha gestito in perfetta solitudine ed impero le sorti della Tercas per 2 anni. Mi ha richiesto 20 milioni di Euro. Io per il momento sono sprovvisto di liquidità e non posso accontentarlo. Il ragioniere però almeno non ha fatto danni: ha solo, senza un motivo logico, azzerato il valore delle azioni della Tercas. Gli azionisti glie ne saranno grati. Poi c'è la CONSOB che in 15 anni, in banca, non si è fatta sentire neanche per gli auguri di Natale ed ora sforna a raffica sanzioni e multe. Per le multe basterebbero i Vigili Urbani di Teramo, è esagerato scomodare un nobile Istituto gestito dai migliori "Santi " e "Santini " della migliore finanza internazionale. Ma che ci possiamo fare, un conto è desiderare giustizia, altra cosa è invece fare i conti con la legge che notoriamente giustizia non ne fa quasi mai. Ma io sono un vecchio combattente contro le ingiustizie. Quindi pago il conto per ieri, per oggi e per domani, da queste vicende uscirò violentemente piegato, ma assai difficilmente spezzato. Quindi ne riparleremo assai volentieri.

 Presto ci saranno sorprese.
Se dovessi riuscire a raccontarle, mi farebbe piacere condividerle con lei.
Mi stia bene. 



 

ma scusatemi la sede della banca d'italia a teramo nn va bene'?