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Tre consiglieri comunali scrivono al sindaco D'Alberto per impedire il trasferimento dell'Hospice a Casalena...

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Quando scriviamo dell'Hospice, quando scriviamo dell'Hospice dell'Ospedale Mazzini di Teramo, lo facciamo in punta di tastiera.
Il dolore, la morte, la vita, i ricordi, gli addii, i sorrisi, spenti e accesi, le amarezze, i pianti, le angosce, gli oggetti,  mescolate tutto e otterrete l'umanità e la professionalità del reparto diretto da Claudio Di Bartolomeo.
Il medico giusto, nel posto giusto.
I sanitari giusti, nel posto giusto.
Alchimia ed empatia.
Provate a chiedere le difficoltà e i tempi per un consulenza nonostante l'Ospedale Mazzini accanto come compagno di banco.
Figuriamoci dopo l'immediato trasferimento nel centro di Casalena.
Causa Covid 19.
Cipolletti, Carginari e Cordone.
Sono i tre firmatari di una lettera aperta al sindaco D'Alberto.
Tre testimoni, chi per lavoro, chi per quotidiano e racconti, di una eccellenza da tutelare e preservare.
La sintesi di una volontà popolare che garantisce una esigenza e lotta politica.
Oggi e non domani. 


 

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Commenti

L hospice deve rimanere dov è........Dove mettiamo questi poveri malati terminali.......?? In mezzo ai tossici??

L'Hospice, pur essendo un luogo tristissimo, è un gioiello che uno non si aspetterebbe di trovare a Teramo, come non ci si aspettava la bellissima Mediateca di via Delfico che presto è stata distrutta dal vandalismo e dall'incuria di chi era pagato ANCHE per sorvegliare e conservare. Proprio perché è un gioiello, qualcuno ha pensato che non ce lo meritiamo...

devono scrivere ai direttore sanitario, il sindaco non comanda in ospedale.....

È una catena grande quella dell' amore, non si spezza e lega indissolubilmente cielo e terra.
Pierdomenico, mio padre, è salito al cielo il 14 gennaio 2018. Ha passato gli ultimi 40 giorni della sua vita all' hospice di Teramo. Sembrava che il tempo dovesse essere più breve di quello che ci dissero, ma lui, uomo di grande tempra e tenacia fu capace, anche in quell' occasione, di donarci ancora del tempo insieme. Un tempo particolare perché negli ospedali, solitamente è difficile, soprattutto per chi ci passa tanto tempo, scandire le giornate e non è sempre facile, in particolar modo per un luogo come questo, che "ACCOMPAGNA LE PERSONE ", ricevere visite.
Nonostante l' esperienza di assistenza a mio padre, durante la sua malattia, sia stata la prova più dura che ho affrontato, la nostra esperienza all'hospice è stata ( usando un aggettivo che potrà sembrare stonato, ma che più si avvicina al senso) un' esperienza "BELLA". L' aggettivo bella è perché l' abbiamo vissuta continuando a sperare, e la speranza non ha nulla a che vedere con l' ottimismo. La speranza non è la convinzione che qualcosa andrà bene, ma è la certezza che qualcosa ha un senso, indipendentemente da come finirà... ecco allora che la stanza numero 6 è diventata come una casa con le porte sempre aperte. Aperte alla nostra quotidianità, che a denti stretti volevamo continuare a vivere; fatta di noi, famiglia, che potevamo restare uniti intere giornate, a vivere quel tempo prezioso che papà ci stava regalando, come abbiamo sempre fatto.. INSIEME; fatta di amici, che entravano in punta di piedi e col volto impacciato, ma che uscivano con un sorriso; fatta di medici e infermieri che in quei giorni hanno sempre saputo essere molto professionali, con modi gentili, premurosi e cortesi, rispettosi e silenziosi ( per sempre grazie al Prof di Bartolomeo e alla Dottoressa Peta che ogni giorno, con la loro grande umanità ci accoglievano e,sempre col sorriso, si sono presi amorevolmente cura di papà e di tutte noi, con grande dedizione).
Nonostante la malattia, papà, mamma e tutta la nostra famiglia abbiamo scelto di mantenere la nostra quotidianità. La vicinanza, la prossimità di sguardi e di cuori è continuata anche grazie alla struttura dell' hospice di Teramo, che è stata e sempre per noi sarà, il luogo che come una catena, lega indissolubilmente cielo e terra, fino all' ultimo istante di vita terrena.
Che questa mia lettera possa dar voce a tutti i pazienti e alle loro famiglie, che in questo momento di grande dolore, non hanno la forza di far valere i loro diritti..
IMPEDIAMO IL TRASFERIMENTO DELL' HOSPICE A CASALENA!